Virus.

Chiudi tutto in una scatola, le emozioni, i ricordi, le sensazioni, e la scatola resta ferma lì dov’è per tantissimo tempo.
Poi qualcosa succede e ciò che avevi desiderato nascondere e cancellare spunta fuori, la scatola cade e tutto il suo contenuto viene sparso in giro.

Avevo messo tutto da parte, ci avevo provato tante di quelle volte che alla fine ci ero riuscita, per certi versi.
Ti scrivo ancora, non che tu possa leggere nulla di quel che scrivo, ma ci sono tutte le mie parole per te, da qualche parte.

Un pallino arancione mi segnala una notifica, vado a controllare, c’è il tuo nome ma la tua nuvoletta è bianca. È bianca da così tanto tempo che credo non tornerà mai più a brillare di quel verde vivo che accendeva le mie giornate.
È di un bianco ovattato che rende sordo qualsiasi colpo nella mia testa, qualsiasi tonfo nelle profondità delle speranze che avevo per noi.
È bianco come il freddo che hai lasciato nella nostra storia quando sei andato via e non hai chiuso la porta, tutto si è congelato ed ha perso colore.
Bianco. Come la “carta bianca” che lasciavi a me ogni volta che c’era da prendere una decisione. In realtà io non decidevo proprio un bel niente, tu avevi scelto e facevi in modo che la mia scelta coincidesse con la tua, era diventato un giochetto facile per te, dopo così tanto tempo.

E’ un link. Un sito strano, con il mio nickname alla fine del collegamento.
Sono spaventata, non puoi averlo fatto. Non puoi aver gettato tra le fauci del mondo tutto ciò che io ho fatto per te, nessuno merita di vedere, non lo meritavi neppure tu.
Sono stata così ingenua, così cieca.
Ti amavo, era tutto lì. Avrei lasciato che mi ferissi col più affilato dei coltelli se solo avessi avuto la certezza che poi avresti passato la notte a medicare le mie ferite.
Cerco di tornare lucida, tutto questo non ha senso, deve esserci qualcosa dietro.
Faccio una veloce ricerca su Google e mi rendo conto che è un virus inviato in maniera totalmente casuale.

Un virus, ecco cosa sei diventato. Avrei dovuto capirlo ed invece ho lasciato che mi infettassi, che circolassi dentro di me lasciandomi lentamente morire.

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